Vuoi un lavoro vero? Anche no

Toscana, restano scoperti posti "scomodi" a tempo indeterminato per i giovani

Vuoi un lavoro? Anche no.

Sembra impossibile: un terzo dei giovani se ne sta con le mani in mano e il numero totale di disoccupati è in costante crescita.

Eppure c'è chi si permette una simile risposta.

Accade in quest'Italia, in questa Toscana.

Lo documentano le storie che seguono (estrapolate dall'articolo di Miglino, che posterò una alla volta nei prossimi giorni).

E non vengono rifiutate offerte da anni ormai accettate solo dagli immigrati, come la badante o il manovale che comportano fatica, pericoli, orari pesanti.

Rimangono vuoti anche posti gratificanti come quelli per medici o relativamente ben pagati e protetti come quelli per operai specializzati.

Del resto in piena crisi le categorie degli artigiani lamentano la scarsità di manodopera, causata anche da una scuola e da una società che continua a considerare la manualità come uno status inferiore, nonostante notoriamente idraulici o elettricisti guadagnino spesso più di un avvocato o di un ingegnere.

Ciò che colpisce, nei casi che riportiamo, è che si rifiuti un posto perché è in montagna, in una località disagiata: la ministro dell'Interno, Cancellieri, ha fatto infuriare, quando ha detto che i giovani vogliono lavorare vicino "a mamma", ma forse qualche ragione ce l'aveva.

E c'è di peggio: c'è chi preferisce un comodo impiego da commessa a fare la sarta, un mestiere troppo presto dimenticato.

Speriamo che siano eccezioni, altrimenti Monti avrà molto da fare per cambiare gli italiani.

Articolo di Pino Miglino, La Nazione 16/02/12

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